Ankara, Autobomba Scoppia: almeno 28 Morti. Isis o Pkk?

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Autobomba Scoppia ad Ankara

Terrore e sangue in Turchia, dove è esplosa un’autobomba vicino a un autobus su cui viaggiavano militari. Il bilancio provvisorio parla di 28 morti ed oltre 60 feriti

 

L’attentato è avvenuto nel quartiere Kizilay di Ankara, dove si trova il Parlamento e la base dell’esercito. Sia il Governo che le forze di sicurezza ritengono che si sia trattato di un attentato ben ordito, in quanto l’autobomba è esplosa proprio quando l’autobus era fermo al semaforo. In quel momento c’era molto traffico.

L’episodio è avvenuto nelle vicinanze del palazzo presidenziale dove, in quel momento, Erdogan stava partecipando a una riunione importante incentrata sul tema sicurezza. Finora non c’è stata nessuna rivendicazione ma si ipotizza che a piazzare l’autobomba siano stati militanti del Pkk, partito dei lavoratori turco, reputato illegale in Turchia. C’è chi, invece, sostiene che dietro all’attentato di ieri ci sia l’Isis. Intanto il presidente turco Erdogan condanna fermamente l’episodio:

“Continueremo la nostra lotta contro le pedine che effettuano tali attacchi, che non conoscono limiti morali o umanitari, e contro le forze dietro di loro, con più determinazione ogni giorno che passa”.

Erdogan non si recherà in Azerbaijan nelle prossime ore: viaggio annullato. Niente vertice Ue sul tem migranti neanche per il premier Davutoglu, che ha deciso di restare in Turchia dopo l’attentato. Il vicepremier turco, Numan Turkulmus, è certo che si sia trattato di un attentato organizzato attentamente:

“E’ chiaro che l’attacco è stato ben pianificato”.

L’attentato è avvenuto ieri, quando in Italia erano le 17.30. Una vettura contenente esplosivo era stata posteggiata su una delle più importanti strade del quartiere Kizilay: quando l’autobus si è fermato al semaforo, è avvenuta l’esplosione. La sicurezza della Turchia è messa a repentaglio da più parti, Isis e Pkk in primis. La Nato ha espresso la sua solidarietà alla nazione. Jens Stoltenberg, segretario generale, ha affermato:

“Gli alleati della Nato sono vicini e combattono spalla a spalla nella lotta contro il terrorismo”.