Checco Zalone e il mito del posto fisso in “Quo vado?”, dal 1 gennaio al cinema

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Checco Zalone narra mito posto fisso in

Checco Zalone, comico pugliese, torna a far sorridere con “Quo vado?”, pellicola che approderà nei cinema italiani il prossimo 1 gennaio 2016. Dopo film che hanno letteralmente sbancato i botteghini, Checco narra in chiave ironica il mito del posto fisso in Italia

 

Zalone, al secolo Luca Medici, interpreta stavolta un impiegato della Provincia di Bari che, pur di tenersi stretto il suo posto di lavoro, accetterà di trasferirsi dapprima a Lampedusa e poi in Val di Susa, Sardegna, Norvegia.

Nel corso di un’intervista rilasciata a Repubblica, Checco ha detto del personaggio che interpreta in “Quo Vado?”:

“Da un ufficio a 3 metri da casa affronta un cambio radicale di vita che lo porterà in una cultura totalmente diversa da quella italiana, fatta di gente virtuosa, civile, efficiente, dove il welfare è molto forte. Però sono tutti depressi, e si uccidono. Perché? Lo scoprirete vedendo il film”.

“Quo vado?” è stato girato in diverse location, come Conversano (Bari), Bergen, Aprilia e Ny-Alesund. Zalone è detto che la sua nuova pellicola fa ridere, ma non per le parolacce. A vestire i panni del padre di Zalone, nel film, è Maurizio Micheli, grande attore pugliese che, sebbene abbia recitato in numerosi film, è calamitato dal teatro. Parlando di Checco, Maurizio ha detto:

“Checco è un personaggio più che un attore, quindi è unico, difficile da paragonare. Alberto Sordi, il più grande attore comico italiano in assoluto, portava in scena gran parte di sé, ma i personaggi potevano essere assai diversi, dal romanaccio furbo alla tragicità di certi ruoli come quelli in ‘Detenuto in attesa di giudizio’ o ‘Un borghese piccolo piccolo’. E poi mi viene in mente Woody Allen, che non assomiglia certo a Checco ma, come lui, nei suoi film, è più personaggio che attore: intellettuale, ebreo, un po’ sfigato con le donne, ipocondriaco”.

Non sarà facile per Checco Zalone superare se stesso, visto che i suoi precedenti capolavori, come “Sole a catinelle” e “Che bella giornata”, si rivelarono campioni di incassi.