Garry Marshall è morto: regista di “Pretty Woman” e “Happy Days”

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Garry Marshall è morto: aveva 81 anni, addio al regista di

Il geniale e talentuoso regista Garry Marshall ci ha lasciato. Aveva 81 anni. Senza di lui non sarebbero mai esistiti capolavori come “Pretty Woman” e “Happy Days”.

Ha scoperto Julia Roberts e Richard Gere

Sono stati proprio i parenti a rendere noto il trapasso di Garry Marshall, ‘padre’ di straordinari film e serie tv. Il cineasta era abile sia nella direzione di commedie che film romantici. E’ stato lui a dirigere film celebri come “Se scappi ti sposo”, “Paura d’amare” e “Pretty Woman”. Vari attori sono diventati famosi grazie a Marshall, Julia Roberts e Robin Williams in primis. Il regista 81enne è morto in un ospedale di Burbank, in California, a causa delle complicazioni di una polmonite. Lo ha riferito la sua agente, Michelle Bega, mediante un comunicato. Recentemente Garry era stato colpito da un ictus.

Il regista spirato nelle ultime ore è considerato anche il padre di “Happy Days” e “Mork e Mindi”, telefilm famosissimi negli anni ’80. Non solo regista. Marshall recitò anche in vari film e telefilm come “E.R. medici in prima linea” e “Sabrina, vita da strega”. Nel corso di un’intervista rilasciata negli anni ’80, il cineasta americano disse:

“Nel quartiere dove siamo cresciuti, il Bronx, avevamo solo un paio di scelte: eri un atleta, un gangster oppure eri divertente”.

Oltre ad essere un eccelso regista e attore, Garry Marshall era anche un grande scrittore. L’81enne, fratello dell’attrice-regista Penny Marshall, si laureò in giornalismo presso la Northwestern University. Dopo aver lavorato per molto tempo al New York Daily News, Garry scoprì che era meglio scrivere battute ed iniziò a lavorare nel mondo del cinema.

Cinema e televisione passioni di Garry Marshall

Cinema e televisione sono state le principali passioni di Marshall. Lo testimoniano queste parole, proferite nel corso di un’intervista:

Credo che la televisione era, ed è tuttora, l’unico mezzo che rappresenta il minimo comune denominatore della società, potendo divertire le persone che forse non possono permettersi un film o un gioco”.