Grecia, Tsipras canta vittoria: “No” al 60%. Sconfitta leader europei

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Il premier greco Alexis Tsipras può iniziare a cantare vittoria, visto che i “No” al referendum sul piano dei creditori si attestano al 60%. Un risultato del genere può facilitare o rendere più spinosi gli accordi con i creditori. Dipende dalla parte del tavolo in cui ci si siede.

“In questi 5 mesi i nostri creditori hanno rifiutato ogni proposta di discussione, volevano umiliarci. Da domani, grazie a questo bel no chiameremo i nostri partner per trovare un terreno comune”, ha asserito nelle ultime ore il ministro greco delle Finanze Yanis Varoufakis. Sembra che il premier Tsipras si sia già sentito telefonicamente con il presidente della Bce Mario Draghi e con il primo ministro francese Francois Hollande.

Pare che Nikos Pappas, uno dei rappresentati del governo Tsipras, sia pronto per tornare a Bruxelles e rivedere il negoziato. Secondo i dati ufficiali del ministero dell’Interno greco, i “No” sarebbero avanti. e’ questo il motivo per cui tantissime persone, ad Atene sono già scese in piazza per festeggiare la vittoria dei “No”. Sarebbero stati soprattutto i più giovani a votare “No”. Tutte le 13 regioni greche sarebbero favorevoli alla linea Tsipras. Cosa faranno, ora, i creditori internazionali? Scenderanno a patti oppure faranno uscire la Grecia dall’euro? Fatto sta che attualmente in Grecia è difficile veramente vivere. La maggior parte delle famiglie è sull’orlo della povertà e le banche sono ormai quasi a secco di liquidità. Neanche la BCE, attualmente, può fare nulla: c’è bisogno di una riapertura dei negoziati.

Il ministro greco delle Finanze Varoufakis e i gli emissari del sistema bancario greco si sono incontrati nelle ultime ore per stabilire se le banche resteranno ancora chiuse e per quanti giorni. . Il portavoce dell’esecutivo greco ha rivelato oggi che la banca centrale greca ha chiesto oggi alla Bce di elevare la liquidità di emergenza in quanto “non ci sono ragioni per non aumentare l’accesso all’Ela”.

Euklid Tsakalotos ha assicurato che la Grecia non introdurrà nessuna moneta parallela all’euro: “Non penso che ci cacceranno via dall’euro, siamo pronti a incontrare i creditori già da stasera”.

“Il voto in Grecia alimenterà volatilità sui mercati ma l’Eurozona è nelle condizioni di affrontare eventuali crisi di fiducia e l’Italia in particolare ha buoni motivi per avere fiducia”, sottolineano fonti del Mef.

“Il mercato non ha ancora ‘prezzato’ un potenziale no. Vedremo un altro round di volatilità al ribasso superiore a quello di lunedì. Il movimento sarebbe più violento”, ha asserito David Joy, Chief market strategist di Ameriprise Financial. “I nostri creditori si devono render conto che la realtà è cambiata”, ha invece detto Euklid Tsakalotos. Gabriel Sakellaridis, portavoce dell’esecutvo greco, ha reso noto che Atene riavvierà subito i negoziati con i creditori internazionali per arrivare in tempi brevi a un’intesa che permetta alla Grecia di contrastare la tremenda crisi che sta dilaniando il Paese.

“I negoziati che cominceranno devono essere conclusi molto presto, anche nel giro di 48 ore. Faremo tutto il possibile per arrivare a un accordo rapidamente”, ha aggiunto Sakellaridis durante un’intervista alla tv ellenica.

Quello che è certo è che in Grecia hanno vinto i “No” al referendum sulle proposte dei creditori internazionali per contrastare la crisi. Cosa accadrà ora? Difficile saperlo. E’ sicuro che Tsipras chiederà ai creditori internazionali di modificare gli accordi: meno austerità. La vittoria del “No”, in Grecia, significa che i leader europei, Angela Merkel in primis, hanno perso. Tutti speravano in una delegittimazione popolare di Alexis Tsipras; invece non è stato così. Il premier greco è più forte di prima.

Molti sostengono che la Grecia, per fronteggiare la crisi di liquidità delle banche, potrebbe iniziare a stampare temporaneamente una nuova valuta. Sarebbe la prima volta in Europa. Tutto ciò, secondo gli analisti, non migliorerebbe la situazione greca; anzi la peggiorerebbe. la Grecia, nel giro di poco tempo si troverebbe costretta a chiedere nuovi prestiti internazionali. La situazione, in Grecia, è alquanto delicata e drammatica. Una soluzione è ancora lontana.