Isis: 19 donne yazide bruciate in gabbia di metallo, orrore a Mosul

0
Isis choc: 19 prigioniere bruciate

Mosul, come Falluja, sono veri baluardi dell’Isis, città dove gli jihadisti compiono, ogni giorno, molti crimini. Sta facendo il giro del mondo la notizia dell’uccisione di 19 ragazze che si erano rifiutate di diventare schiave sessuali dei miliziani dello Stato Islamico.

Scempio davanti a un centinaio di persone

Le 19 donne furono rapite in una zona di Mosul a maggioranza yazida. Gli yazidi sono invisi ai militanti dell’Isis perché praticano un culto strano, né islamico né cristiano, quindi possono essere uccisi o deportati. Le donne yazide, inoltre, per l’Isis sono destinate a diventare schiave sessuali dei combattenti la jihad islamica. Secondo recenti stime, molte donne yazide sono diventate prigioniere dell’Isis e numerose sono state uccise perché non volevano diventare schiave sessuali. Un testimone ha riferito all’agenzia curda Ara che 19 ragazze sono state bruciate in piazza, a Mosul, davanti a tantissime persone. Le giovani sono state fatte entrare in una gabbia di metallo prima di essere bruciate vive.

“Nessuno ha potuto fare niente per salvarle”, ha rivelato il testimone.

L’Isis è solito bruciare vivi i prigionieri. Ricordiamo che è morto tra le fiamme anche il pilota giordano Muad Kasasbeah, sequestrato nel 2014 e ucciso l’anno dopo. Altre 19 donne, lo scorso fine settimana, sono state travolte dalla barbarie dello Stato Islamico. L’unica loro colpa è stata quella di difendere la loro dignità. Tantissime persone, nel centro di Mosul, hanno visto quelle ragazze morire lentamente nelle gabbie di metallo. Una fine terribile che la dice lunga sulla crudeltà dell’Isis. Nessuno ha potuto fare nulla. Alla scena hanno assistito un centinaio di persone.

Tante donne ancora prigioniere dell’Isis

Quasi 2.000 donne sarebbero ancora prigioniere dello Stato Islamico in Siria e in Iraq. Donne che vorrebbero vivere libere, invece devono continuamente sottostare al volere degli spietati militanti dell’Isis. Speriamo che le forze irachene e siriane facciamo il possibile per salvare tutte le donne in mano allo Stato Islamico.