Massa, Progetto Gender a Scuola: Bimba Ritirata dai Genitori

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Massa, Insegnamento Gender a Scuola: Genitori Ritirano Figlia

Massa Carrara. Due genitori hanno ritirato la figlia dalla scuola dopo aver scoperto che l’istituto aveva aderito a un progetto gender. In realtà il progetto, finanziato dalla Regione Toscana, ha lasciato perplessi molti genitori. “Hanno fatto bene i genitori”, dice Pro Vita

 

Polemiche a Massa dopo il ritiro di una bimba in cui si leggono fiabe gender come ‘La Principessa e il Drago’. Padre e madre della ragazzina non hanno accettato che la figlia leggesse favole del genere e l’hanno subito ritirata dalla scuola. La piccola, ora, andrà in un istituto di spiccata ispirazione cattolica.

C’è chi biasima la coppia di genitori e chi si schiera dalla loro parte, come il vescovo della diocesi di Massa Carrara, monsignor Giovanni Santucci. La professoressa Biemmi, dopo le polemiche innescate dalla scelta di due genitori di ritirare la figlia dalla scuola, ha affermato: “Questi genitori e il vescovo non hanno mai letto queste storie. C’è stata una distorsione totale dei contenuti dei libri. E’ l’ennesimo pretesto per bloccare un progetto ben riuscito. E’ stato costruito un caso per nascondere la realtà. Questo progetto è stato proposto dalla Provincia di Massa dallo scorso anno, ha coinvolto migliaia di ragazzi e docenti: la polemica di queste ore occulta tutto il lavoro fatto. C’è stata una mala-interpretazione su un progetto che si basa su presupposti pedagogici che hanno a che fare con l’uguaglianza e la non discriminazione: se qualcuno ha qualcosa da ridire su questo, parliamone. L’educazione sessuale e l’educazione di genere sono due cose diverse. Sono state messe insieme volutamente per creare paura. Insinuare il timore che al proprio figlio a scuola fanno leggere delle favole che spingono i maschi a diventare omosessuali, è un metodo per fare propaganda”.

L’associazione Pro Vita, invece, appoggia la mamma che ha ritirato la figlia da quella scuola. Toni Brandi, il presidente dell’associazione, ha asserito: “Questo è solo il primo caso, ma diventerà sempre più necessario che i genitori affermino i loro diritti costituzionalmente garantiti riguardo all’educazione dei loro figli, attraverso azioni forti come questa”.

L’ufficio scolastico provinciale biasima il comportamento dei genitori di Massa, che hanno preferito ritirare la piccola da scuola: “Quei genitori da qui non sono passati. Ogni scuola ha presentato l’offerta formativa alle famiglie che hanno aderito. Se questo genitore vuole andare a mettere il naso su ciò che si insegna a scuola, allora è finita. La scuola nella piena autonomia ha presentato questo progetto, com’è suo compito. Forse c’erano altri motivi per trasferire quella bambina. La dirigente dell’istituto interverrà ma i genitori sapevano tutto: se non volevano aderire potevano chiedere delle ore alternative. Non era obbligatoria l’adesione a questo laboratorio. Siamo nel 2015, andremo su Marte, son finiti i tempi di dire ai nostri figlioli che nasciamo sotto i cavoli”.