The Boy E Il Thriller Che Non Ti Aspetti

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Dopo aver visionato il tanto acclamato Horror “The Boy”, mi accingo a recensirlo. Ovviamente sconsiglio la lettura a chiunque non si sia ancora apprestato alla visione. Buona lettura ai cultori thriller/horror, invece.

Il meccanismo della bambola-indemoniata scatta quasi automatico quando conosciamo Brahms. Eppure, nei suoi occhi, intravediamo una qualche speranza, un certo alone di calore. La prima parte del film, infatti, trae solo alcune suggestioni e lascia alcune impronte che poi porteranno al lido nascosto della verità. Eppure, nella prima mezz’ora ed oltre, Brahms ci sembra unicamente il surrogato di un bambino in cerca di amore e non comprendiamo, in effetti, come la madre ansiosa possa essersi allontanata dal figlio, ancora vivente, ancora presente. Quando Greta si rende conto della “vitalità” della bambola, in effetti, viene sopraffatta dall’istinto materno e clona efficacemente l’anziana madre del pupazzo di porcellana. Tuttavia, non comprendiamo l’Horror; dove si celi la tensione. La parte centrale del film si affloscia su se stessa, ripiegata sul rapporto madre-figlio mancato e divenendo interessante, ma assolutamente inefficace per un film che dovrebbe classificarsi pienamente nel genere Horror. Aspettiamo il passo falso, l’errore di Greta, una ribellione dello “spirito”. Inizialmente crediamo almeno nell’alone sovrannaturale rilasciato e suggerito dal quadro, dagli oggetti spostati, dai rumori, dalle ombre. Serve l’arrivo dell’ex violento di Greta nella villa isolata di campagna per svegliarci, per distoglierci dall’illusione che di un horror si tratti, ma servono ancora alcuni istanti. Egli rompe la bambola e ci aspettiamo una sorta di “vendetta demoniaca”, eppure nulla di questo avviene. I piccoli segnali lanciati durante il corso del film acquistano valore nel finale che, tuttavia, tradisce l’Horror per inserire definitivamente The Boy nel genere Thriller. Brahms aveva ucciso la sua amichetta del cuore e non era morto nell’incendio. Era vivo, nascosto e reietto. Un essere violento da ammansire con una sorta di vademecum dell’amore che, in qualche modo, mi ha ricordato il killer di “Non Aprite Quella Porta”. Ora ha senso l’abbandono, la sofferenza; ogni decisione. Il gioco l’aveva gestito sempre lui, Brahms che, sulla scia di sangue finale, può farsi sopraffare solo da colei che aveva ardentemente desiderato, non come un surrogato di madre, ma come donna. Il tempo di un sequel esiste. Tuttavia, occorrerebbe riscrivere il genere di The Boy, sapiente ingannatore di ogni cultore del genere Horror. Di sangue, in effetti, ne scorre ben poco, intrappolato negli angoli bui di una storia non banale, ma più tenera che tensiva.