Yara Gambirasio: Bossetti condannato all’ergastolo

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Massimo Bossetti condannato all'ergastolo per omicidio Yara Gambirasio

Massimo Bossetti, carpentiere di Mapello e unico imputato nel processo sul delitto di Yara Gambirasio, è stato condannato all’ergastolo, oggi, dalla Corte d’Assise di Bergamo dopo 10 ore di camera di consiglio. E’ nulla, dunque, è valsa l’accorata missiva che Bossetti ha letto in Aula, invocando i giudici a non condannarlo perché innocente. I magistrati hanno così accolto la richiesta del pm ed hanno condannato il muratore all’ergastolo. E’ stato lui, insomma, ad uccidere la ragazzina di Brembate di Sopra, il cui cadavere venne ritrovato in un prato a Chignolo d’Isola 3 mesi dopo la scomparsa.

I giudici, dopo tante ore di camera di consiglio, hanno ritenuto di condannare Massimo Bossetti al carcere a vita e non hanno preso minimamente in considerazione il suo appello, la sua richiesta di ripetere l’esame del Dna, che indubbiamente è la ‘prova regina’, quella che ha portato la Corte d’Assise a stabilire l’ergastolo per il compagno di Marita Comi. Lo stesso Massimo Meroni, procuratore di Bergamo, ha affermato che quella del Dna è stata la “prova decisiva”. I magistrati hanno anche riconosciuto l’aggravante della crudeltà, disponendo altresì in favore dei genitori di Yara Gambirasio una provvisionale di 1,2 milioni di euro. Gli avvocati dei genitori della 13enne di Brembate di Sopra uccisa nel 2010 hanno detto che il padre e la madre di Yara hanno accolto la sentenza serenamente, così come serenamente hanno seguito il processo. La coppia però ha sempre voluto stare alla larga dai riflettori. L’avvocato Enrico Pelillo ha dichiarato che i genitori della Gambirasio non avevano dubbi sulla colpevolezza di Bossetti.

“Ora sappiamo chi è stato, anche se siamo consapevoli che Yara non ce la riporterà indietro nessuno”, ha affermato la mamma di Yara dopo la lettura del verdetto che ha stabilito l’ergastolo per il carpentiere di Mapello.

Dopo la lettura della sentenza, Massimo Bossetti è rimasto impassibile, fermo, quasi indifferente; poi, però, ha detto:

Non è giusto, è stata una mazzata, avevo fiducia nella giustizia. Non sono stato io”.

Uno dei legali di Bossetti, Claudio Salvagni, ha affermato che il suo assistito è addolorato per la pesante sentenza, ricordando che è un verdetto emesso in primo grado e che l’imputato non si può considerare colpevole finché non viene condannato in modo definitivo, quindi in Cassazione:

“Sono amareggiato perché la convinzione dell’innocenza è forte. Noi siamo veramente convinti della sua innocenza. Queste 45 udienze non hanno restituito nessuna prova a suo carico, è un processo indiziario, una sentenza già scritta. Non è una sentenza definitiva, è il primo step di una battaglia lunghissima…”.

Il legale di Bossetti ha detto che presenterà ricorso non appena verranno depositate le motivazioni. Intanto il killer di Yara Gambirasio ha un nome e cognome: Massimo Bossetti.