1% popolazione mondiale detiene ricchezza analoga al restante 99%

L’1% della popolazione mondiale detiene una ricchezza analoga a quella del restante 99%. Ciò significa che, nel mondo, è aumentato notevolmente il divario tra ricchi e poveri

 

L’organizzazione non governativa Oxfam ha reso noto che, nel 2015, la ricchezza posseduta dall’1% della popolazione mondiale supera quella del 99%. La notizia arriva proprio in un momento di riduzione della povertà assoluta. Il rapporto di Oxfam, intitolato “un’economia al servizio dell’1%” recita:

“Lo scarto tra i super-ricchi e il resto della popolazione si è accresciuto in modo spettacolare negli ultimi 12 mesi”.

Quello che lascia più perplessi, inoltre, di quello che emerge dal recente rapporto Oxfam è un dato: 62 plutocrati mondiali detengono una ricchezza analoga a quella del 50% della popolazione indigente. Oxfam ha usato i dati diffusi dall’autorevole rivista Forbes, secondo cui i 3  uomini più ricchi al mondo sono, rispettivamente, Bill Gates, Carlos Slim e Warren Buffett.

Mentre la ricchezza di gran parte della popolazione mondiale è diminuita, quella dei ‘paperoni’ è aumentata. Il trend si ravvisa anche in Italia, dove i pochi ricchi detengono oltre il 23% della ricchezza nazionale. Secondo voi è giusto tutto questo?

“Per non vanificare i progressi nella lotta alla povertà, è necessario che i leader mondiali agiscano con urgenza contro l’aumento vertiginoso della disuguaglianza partendo da un primo passo: la messa al bando dei paradisi fiscali”, ha dichiarato Oxfam.

Negli ultimi 14 anni infatti sono quadruplicati gli investimenti offshore. I tycoon, insomma, cercando di depositare le loro ingenti somme soprattutto nei paradisi fiscali. Se i ‘paperoni’ pagassero le tasse sulla loro ricchezza, nelle casse degli Stati finirebbero, ogni anno, 190 miliardi di dollari in più.

L’Ocse ha reso noto l’anno scorso riguardo alla situazione italiana:

“In Italia la povertà è aumentata in modo marcato durante la crisi, in particolare per i giovani e i giovanissimi… La fascia con il maggior tasso di povertà sono gli under 18, con il 17%”.

L’organizzazione parigina ha anche sottolineato che in Italia solo il 26% degli assunti a tempo determinato, dopo 5 anni dall’assunzione, riesce ad ottenere l’assunzione a tempo indeterminato.