Corruzione, Italia Maglia Nera in Europa: solo Romania, Bulgaria e Grecia peggio

In Italia dilaga la corruzione nel settore pubblico e privato. Il Belpaese è fanalino di coda, in Europa, nella classifica relativa alla percezione della corruzione

 

Il dato desolante emerge dal recente dossier del Cpi, ovvero l’indice di percezione della corruzione, stilato da Transparency International, di cui oggi si parlerà a Roma, presso la sede di Unioncamere. Interverranno anche  il presidente di Transparency International Italia, Virginio Carnevale, e il presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, Raffaele Cantone.

Sebbene l’Italia abbia conquistato 8 posizioni nella classifica mondiale, rispetto all’anno scorso, è ancora maglia nera sul versante della corruzione nel settore pubblico e privato. Più corrotti dell’Italia, in Europa, solo Bulgaria, Romania e Grecia, ovvero Paesi che hanno sempre occupato le ultime posizioni nella classifica della corruzione. Ciò è un male per l’Italia, perché dove c’è corruzione non c’è progresso, benessere e sviluppo socio-economico.

La Danimarca è in assoluto il Paese più probo al mondo: il livello di corruzione è minimo. Virginio Carnevali ha detto sull’attuale situazione italiana:

“Constatiamo con piacere che finalmente si è avuta un’inversione di tendenza, seppur minima, rispetto al passato, che ci fa sperare in un ulteriore miglioramento nei prossimi anni. Come dimostra la cronaca, la strada è ancora molto lunga e in salita, ma con la perseveranza i risultati si possono raggiungere…”.

Alla riunione di oggi, a Roma, parteciperà anche il presidente di Unioncamere, Ivan Lo Bello, che è lieto del passo in avanti, anche se piccolo, dell’Italia:

“Un passo in avanti del nostro Paese nelle classifiche internazionali sulla percezione della corruzione è sempre una buona notizia. Per compiere un salto di qualità importante occorre però un ruolo più forte della società civile che deve acquisire la consapevolezza che un sistema dove è grande la corruzione non crea ricchezza e alimenta profonde distorsioni del mercato. La battaglia per legalità e trasparenza è resa meno difficile dalla rivoluzione digitale in atto, ed anche su questo fronte occorre insistere con decisione per fare della macchina pubblica un attore trasparente, imparziale e rispettoso delle regole del mercato”.

La corruzione ‘uccide’ il sistema. Facciamo il possibile per contrastare tale piaga.