Elio Fiorucci è morto: stroncato da malore, stilista originale

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Il mondo della moda è in lutto. Nelle ultime ore è morto il grande stilista Elio Fiorucci. Il cadavere è stato scoperto nella sua casa milanese, in corso Vittorio Veneto. Probabilmente a stroncarlo è stato un malore

 

 

Elio Fiorucci aveva festeggiato 80 anni lo scorso 10 giugno ed era conosciuto in tutto il mondo per il suo grande estro. E’ stato decisamente uno dei più grandi ambasciatori della creatività italiana all’estero. Come tutti gli artisti, Elio conobbe tante persone, più o meno famose. Tra i più celebri amici dello stilista italiano dobbiamo annoverare Andy Warhol, che passò un pomeriggio intero nel suo locale di New York, insieme a Truman Capote, per lanciare Interview.

Fiorucci è stato senza dubbio un pilastro della moda italiana. Era eclettico e originale. La sociologa del costume, Luisa Valeriani, definì Elio Fiorucci così: “Non artista né filosofo, ma un commerciante funky”.

La carriera nel mondo della moda iniziò presto per Elio Fiorucci, nello specifico nel negozio di pantofole del padre, a Milano. Già nel 1967 Elio aprì primo store in Galleria Passerella, nel capoluogo lombardo, e 3 anni dopo iniziò a vendere vestiti casual, come jeans, griffati Fiorucci. La merce Fiorucci iniziò ben presto ad essere esportata anche all’estero; dapprima in Europa, poi negli Usa, in Giappone e in America Latina.

Elio Fiorucci creò store anche a New York, Londra e in altre città del mondo. I suoi prodotti hanno sempre colpito moltissimi personaggi del jet set nostrano e internazionale. Se n’è andato un grande del mondo della moda. Una curiosità: Elio Fiorucci era un vegano convinto e, recentemente, aveva inviato una missiva al ministro Boschi affinché si battesse per la previsione costituzionale del rispetto degli animali.

Come molti italiani, anche Fiorucci rimase estasiato dall’Inghilterra. Nel corso di un’intervista rivelò: “Quel casino che rompeva le vecchie regole, i negozi di abbigliamento tutti all’insegna dell’aristocrazia inglese o allo chic di Parigi mi commossero. Quel caos creativo rappresentava un rapporto nuovo, libero con il problema del vestire, dell’eleganza”.

Fiorucci non amava essere considerato uno stilista, ma “un commerciante che ha l’umiltà di guardare con attenzione alla vita, ai comportamenti”.