Isis decapita calciatori a Raqqa: calcio contrario all’Islam

Il calcio è contrario all’Islam e chi pratica tale sport va punito. Lo pensano i miliziani dell’Isis che, ieri, hanno decapitato 4 calciatori in piazza, a Raqqa. Alla scena cruenta hanno assistito anche molti bambini.

Scempio dell’Isis annunciato su Twitter

L’Isis colpisce ancora, dunque, e fa parlare di sé per la sua crudeltà e grettezza. Come se nulla fosse, ieri vari jihadisti hanno decapitato 4 calciatori a piazza al-Dawla, a Raqqa, la Capitale dell’autoproclamato Stato Islamico. La gente è rimasta allibita, così come i bimbi. Scene terribili viste da esseri innocenti. La terribile notizia è stata riportata da un’organizzazione anti Isis, denominata ‘Raqqa è massacrata nel silenzio’, mediante diversi tweet, alquanto eloquenti, che testimoniano la bieca barbarie dell’Isis.

Il calcio è anti-islamico

A un civile e ai 4 calciatori dell’Al-Shabab Sport Club di Raqqa è stata fatta indossare la tipica tuta arancione che connota le persone che vengono fatte prigioniere dallo Stato Islamico. I 5 sono stati portati in piazza e decapitati. I miliziani dello Stato Islamico avevano trovato i 5 in una campagna di Raqqa. I soggetti decapitati erano accusati di essere spie dei curdi. Da quando ha sottoposto Raqqa al suo dominio, due anni fa, l’Isis ha vietato qualsiasi sport, calcio compreso, perché lo sport è anti-islamico. Stavolta il boia dell’Isis ha ucciso anche 4 calciatori, ovvero Osama Abu Kuwait, Ihsan Al Shuwaik, Nehad Al Hussein e Ahmed Ahawakh.

Non è la prima volta che l’Isis prende di mira il calcio e chi lo segue. L’anno scorso, ad esempio, gli jihadisti hanno trucidato 13 ragazzi che guardavano la partita Iraq-Giordania in un locale di Mosul, città irachena finita sotto il controllo del sedicente Stato Islamico. Il calcio è contrario ai principi islamici e tutti quelli che lo praticano e lo seguono vanno puniti. Non possiamo dimenticare l’attentato avvenuto lo scorso maggio in un fan club del Real Madrid a Balad, cittadina irachena, che costò la vita a 16 persone e provocò molti feriti.