Roma, Ignazio Marino In Procura: “Firme Su Giustificativi Non Sono Autentiche”

L’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, si è recato ieri in Procura per fornire la sua versione riguardo le cene in molti ristoranti pagate con la carta di credito del Comune

 

Marino, che ha rassegnato le dimissioni da primo cittadino della ‘città eterna’ è stato interrogato per ben 4 ore dai pm. L’ex sindaco ha fornito spiegazioni sull’utilizzo della carta di credito del Comune per cene ed acquisti personali.

“Tutte le sottoscrizioni a mio nome in calce a tali giustificativi non sono autentiche, come può facilmente rivelarsi a occhio nudo”, ha detto Marino ai pm, rigettando così qualsiasi addebito riguardo alle presunte spese folli sulle spalle del Comune, e quindi dei cittadini. Marino ha portato anche documenti per suffragare le sue affermazioni. Un monologo durato quattro ore con cui l’ex sindaco ha cercato di discolparsi.

Ignazio Marino, riferendosi alle giustificazioni alle spese, ha asserito che le firme sono state apposte quando lui erano all’estero, quindi non sono originali.

Per ora il fascicolo aperto dal Procuratore capo Giuseppe Pignatone, dopo gli esposti presentati dai gruppi consiliari di M5S e Fratelli d’Italia, è senza indagati. L’ex sindaco di Roma sta cercando di far capire agli inquirenti che lui, in questa torbida storia, non c’entra nulla. “L’intento di Marino è dimostrare che alcun illecito è stato commesso”, aveva asserito qualche giorno fa il legale dell’ex sindaco, Enzo Musco.

“Nella quasi totalità dei giustificativi ricollegano la causale della cena alla tipologia dell’ultimo appuntamento della giornata programmata dal sindaco. Un’agenda che era a disposizione e consultabile da moltissimi uffici, per un totale di circa 50 o 60 persone”, ha asserito Marino, sottolineando che la modifica del tetto massimo del plafond della carta di credito comunale, da 10.000 a 50.000 euro, non è stata una sua scelta. Sempre riguardo all’uso della carta di credito del Comune, l’ex sindaco ha affermato: “Non ho mai utilizzato denaro pubblico per finalità estranee a quelle consentite”. La Procura, comunque, continua ad indagare.