Venezia, studentessa in gita scolastica cade in acqua

Attimi di panico a Venezia, dove una ragazzina romana, in gita coi suoi compagni di scuola, è caduta in acqua dal lancione che l’avrebbe dovuta trasportare a Murano

 

 

 

 

 

Non appena caduta in acqua, l’insegnante ha allertato il personale di bordo che, immediatamente, ha tratto in salvo la ragazza. Sul posto sono arrivati subito anche i poliziotti e gli operatori del 118. La giovane non è stata trasportata in ospedale perché nonostante tutto, non ha riportato ferite. Solo una grande paura, dunque. La studentessa ha rivelato che ha ceduto una maniglia del natante. I poliziotti hanno sentito diverse persone che hanno assistito alla scena, tra cui, ovviamente, la professoressa. Perché quella maniglia ha ceduto? Alla domanda dovrà rispondere l’azienda che gestisce la flotta di lancioni che solcano, ogni giorno, le acque antistanti Venezia. E se la giovane fosse annegata? Fortunatamente l’episodio ha avuto un lieto epilogo ma quella maniglia deve essere certamente riparata, così come devono essere monitorate quelle degli altri lancioni e natanti. Bisogna fare attenzione, quindi, soprattutto perché sta per iniziare la stagione delle gite scolastiche e spesso non tutte le persone che salgono su lancioni e natanti non sono così mature.

In Italia gli insegnanti hanno sempre meno voglia di fare gite scolastiche hanno perché sono aumentate le loro responsabilità. Una circolare del Ministero, emanata due mesi fa, infatti, prevede che i prof siano responsabili non solo della buona riuscita della gita ma impone loro anche di controllare l’autista del bus su cui viaggiano i ragazzi. Insomma, la nuova normativa trasforma gli insegnanti in una specie di sceriffi. Ovviamente, la circolare ha sollevato molte polemiche, e non solo degli insegnanti. Maurizio Beccherle, presidente regionale veneto, ha detto:

“Inaccettabile che imprese professionali come le nostre siano sottoposte al giudizio di un insegnante a cui spetta in modo del tutto improprio fare un vero tagliando al pullman: controllo dello stato delle gomme, dei fari e dei documenti di viaggio. E per tutta la durata del viaggio il professore dovrà accertarsi che l’autista non abbia bevuto alcol, non utilizzi il cellulare durante la guida, abbia riposato le ore necessarie e faccia le pause previste. Il Ministero sembra essersi dimenticato che le nostre imprese sono già ben schedate nel registro nazionale degli esercenti del trasporto con requisiti di norma europea e che gli automezzi sono verificati molto severamente dalla Motorizzazione civile. A Venezia, che è con Firenze e Roma la meta preferita delle gite scolastiche nel nostro territorio, il problema è anche ‘in entrata’, con un rischio di un contraccolpo economico anche per le strutture ricettive in caso di cancellazioni di viaggi in seguito alle nuove norme”.

La nuova circolare ministeriale non piace proprio agli insegnanti italiani. La preside dell’istituto tecnico turistico Algarotti, ad esempio, ha affermato:

“La circolare ministeriale sulle gite scolastiche nasce evidentemente sulla scorta degli ultimi gravi incidenti che hanno coinvolto bus con studenti in viaggio d’istruzione, ma è certamente eccessiva nelle responsabilità che attribuisce ai docenti accompagnatori per quello che riguarda la sicurezza dei mezzi, comunque già certificata in partenza. E’ una responsabilità che non possono assumersi in prima persona perché non hanno le competenze tecniche per farlo”.