Cristina Bianchino: malessere durante Tg5, sostituita da Matteo Berti, Mimun rassicura

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Cristina Bianchino malore Tg5

Cristina Bianchino, giornalista del Tg5, si è sentita male, ieri, durante l’edizione delle 13 del Tg, ed è stata sostituita prontamente dal collega Matteo Berti. Subito, sui social, sono stati postati molti messaggi relativi alle condizioni di salute della giornalista

 

Erano le 13. Dopo aver mandato in onda il primo servizio, la Bianchino ha accusato un malore. Dopo la pubblicità i telespettatori hanno notato che al posto di Cristina c’era Matteo Berti, che ha condotto il tg delle 13 fino alla fine. Cos’è successo alla giornalista?

Il direttore del Tg5, Clemente Mimun, è subito intervenuto per tranquillizzare tutte le persone in pensiero per Cristina Bianchini, postando su Twitter il seguente messaggio:

“Piccolo malessere per Cristina Bianchino durante il Tg5 delle 13, ma ora sta bene. Grazie a chi si è interessato… Tutto ok!”.

Mimun, dunque, ha confermato il malessere della giornalista che ha richiesto un cambio nella conduzione. Dopo aver mandato in onda il servizio sulla sonda spaziale Akatsuki spedita su Venere dopo 5 anni, la Bianchino si è dileguata: al suo posto i telespettatori hanno visto Matteo Berti. Il cambio non è sfuggito e, quindi, Mimun ha dovuto dare una spiegazione.

I fan della Bianchino non devono preoccuparsi, visto che la solerte giornalista si è ripresa ed è pronta a continuare a svolgere il suo mestiere. Non si conosce attualmente che tipo di malore abbia colto Cristina ma deve essere stato alquanto fastidioso, visto che ha imposto un avvicendamento nella conduzione del Tg delle 13.

Quello del giornalista non è un mestiere qualsiasi: inviati, cronisti, corrispondenti e tutti quelli che operano nel mondo del giornalismo devono spesso lavorare 24 ore su 24.  Non è raro, dunque, che un giornalista venga colpito da ansia, stress e depressione. Il surplus di lavoro logora anche tantissimi giornalisti, forse anche Cristina Bianchino.

Particolarmente soggetti a stress e depressione, secondo uno studio canadese, sono i corrispondenti poiché si trovano a lavorare spesso in luoghi ‘difficili’, assistendo ad episodi traumatici.