Canone Rai in bolletta censurato dal Consiglio di Stato

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Canone Rai in bolletta: bocciatura Consiglio di Stato

Rischia di saltare il canone Rai in bolletta. Il Consiglio di Stato ha precisato che ci sono alcuni punti da rivedere

 

 

 

Il decreto sul canone Rai in bolletta non piace al Consiglio di Stato, che ha sospeso il suo parere al riguardo in attese di modificazioni che rendano il provvedimento più preciso e dettagliato. Tra le problematiche ravvisate dai giudici del Consiglio di Stato ci sono l’assenza di “un qualsiasi richiamo ad una definizione di cosa debba intendersi per apparecchio televisivo, dal momento che  sul mercato sono ormai presenti molti device per la ricezione dei programmi” e la presenza di “formule tecniche di non facile comprensione”. Insomma, per il Consiglio di Stato ci sono molti ‘vuoti formali’ nel decreto licenziato dal Ministero dello Sviluppo Economico, a partire dall’assenza di una chiara definizione di apparecchio tv. Secondo i giudici, inoltre, non è stato indicato in modo chiaro che il canone si paga una sola volta anche se in casa ci sono più televisori o apparecchi abilitati alla ricezione dei programmi direttamente o mediante decoder. Il Consiglio di Stato ha anche rilevato problematiche inerenti la riservatezza dei cittadini, poiché non sarebbe stato disciplinato bene lo scambio di informazioni tra i soggetti coinvolti, o meglio non è stato definito nell’ottica della difesa della privacy dei cittadini.

Sono forti, dunque, le critiche mosse dal Consiglio di Stato al decreto del Mise. In realtà non si tratta di una bocciatura completa ma una semplice esortazione a cambiare qualche cosa. Il parere è arrivato quando mancano poche settimane all’invio della prima bolletta elettrica contenente l’odioso balzello. Il Consiglio di Stato, inoltre, sottolinea che il decreto non contempla gli adempimenti da compiere da parte dei soggetti che non devono pagare il canone Rai. Antonello Giacomelli, sottosegretario alle Comunicazioni, cerca di sminuire ricordando che quello del Consiglio di Stato è solo un invito, non una bocciatura:

“Siamo di fronte a un utile suggerimento di integrazioni e chiarimenti, peraltro nella prassi dei pareri del Consiglio stesso. Già in aula alla Camera il 6 aprile scorso avevo annunciato l’intenzione del Governo di procedere ad una definizione di apparecchio tv più esplicita e meno tecnica. Avevo dato notizia anche di una capillare campagna di comunicazione e di una proroga al 15 maggio del termine per la comunicazione alla Agenzia delle Entrate delle dichiarazioni di esenzione da parte di chi non dovrà pagare. Anche sulla privacy, il testo è all’attenzione del Garante e lavoriamo insieme con spirito costruttivo perché la questione è delicata e importante”.

Visti i dibattiti scaturiti dal suo parere, ieri, in serata, il Consiglio di Stato ha spiegato meglio la sua posizione mediante un comunicato:

“Abbiamo espresso un parere interlocutorio sullo schema di decreto del Ministero dello Sviluppo economico sul canone… Questo parere evidenzia alcuni profili che richiedono un approfondimento da parte dell’amministrazione, quali l’individuazione di cosa si debba intendere per apparecchio televisivo, la cui detenzione comporta il pagamento del relativo canone di abbonamento, e il rispetto della normativa sulla privacy”.

Non finiscono, dunque, i dibattiti sul canone Rai in bolletta. La gabella più odiata dagli italiani, lo ricordiamo, finirà in bolletta. Contrari a tale misura non sono solamente molti cittadini, ma anche diversi politici e il Codacons. Secondo voi è giusto che il Governo imponga il pagamento di una tassa inserendola nella bolletta elettrica? Per molti questo è incostituzionale.