Furto al Museo Civico di Castelvecchio di Verona, Sgarbi: “Atto Dimostrativo Jihadista”

0
Verona, Furto Opere d'Arte al Museo Civico

Colpo gobbo a Verona, dove una banda di ladri si è portata via diversi dipinti di immenso valore. Il furto è avvenuto al Museo Civico di Castelvecchio di Verona

 

Sindaco di Verona: “Erano dei professionisti”

I ladri, secondo le prime informazioni, avrebbero portato via una quindicina di opere, realizzate da artisti del calibro del Tintoretto e Rubens. I delinquenti, tutti col passamontagna, hanno bloccato l’unica guardia giurata e la cassiera; poi si sono diretti, assieme al vigilante, verso le sale dove erano allestite le opere ed hanno trafugato 15 dipinti di grandissimo valore.

Dopo il furto, sul posto sono arrivati il sindaco di Verona, Flavio Tosi, e la direttrice del Museo, Paola Marini.

Secondo una prima stima, il valore dei dipinti rubati si attesta sui 15 milioni di euro. Tantissimo. Non si sa cosa i ladri faranno dei quadri, visto che sono invendibili. Il sindaco di Verona ha passato molte ore, la scorsa notte, presso il Museo di Civico di Castelvecchio di Verona, irritato non poco per il furto. Tosi ha detto:

“Erano dei professionisti, sapevano cosa prendere e conoscevano il Museo. Si tratta di 11 capolavori e quattro opere minori, sicuramente qualcuno li ha mandati, perché si sono mossi con abilità, andando a colpo sicuro”.

E’ vero, i ladri hanno agito con molta disinvoltura, segno che il colpo era stata pianificato nei minimi particolari. Tra le opere rubate del Tintoretto ci sono “Sansone” e “Madonna allattante”; tra quelle di Rubens c’è “Dama delle licnidi”. Trafugate anche opere del Mantegna.

Nelle ultime ore, dunque, è stato inferto un duro colpo al patrimonio artistico italiano. Il ministro dei Beni culturali, Dario Franceschini, non ha commentato la vicenda.

Sgarbi: “Atto dimostrativo jihadista”

Il critico d’arte Vittorio Sgarbi parla addirittura di atto jihadista:

“Non escludo un atto dimostrativo jihadista, perché questo furto è una vera e propria mutilazione, oltre che un vero disastro per l’arte italiana… Perché solo un deficiente ruba quadri simili, che sono invendibili. Questo lascia supporre che si tratti o di un furto messo a segno per chiedere un riscatto, o di un atto dimostrativo, di tipo jihadista. Mi rendo conto che oggi è facile dirlo perché siamo suggestionati dai fatti di Parigi, ma non si può escludere. In ogni caso è certamente uno dei furti più gravi della storia dell’arte italiana”.