Lavora con T-Shirt No Tav: Licenziata. La Storia di Angela Giordano

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Al Lavoro con T-Shirt No Tav: Licenziata

Essere un sostenitore dei No Tav può costare anche la perdita del posto di lavoro. Lo sa bene Angela Giordano, educatrice presso la casa circondariale Lorusso e Cutugno, che è stata licenziata per aver indossato una maglietta con su scritto No Tav ed aver scambiato qualche parola con qualche anarchico

 

La storia di Angela Giordano sta facendo scalpore perché rappresenta senza dubbio un precedente. La direzione del penitenziario l’ha liquidata perché si era recata al lavoro, un giorno, con una t-shirt recante la scritta No Tav e perché, all’uscita del carcere, si è soffermata a parlare con alcuni anarchici che stavano protestando contro l’arresto di diversi soggetti che avevano attaccato il cantiere di Chiomonte.

La Giordano sarebbe stata licenziata per “motivi di sicurezza”. Il direttore del carcere, Domenico Minervini, ha reso nota la motivazione del benservito: “Essersi intrattenuta scambiando baci e abbracci con simpatizzanti dell’area anarco-insurrezionalista e aver pubblicato sul suo profilo Facebook numerose fotografie di anarchici recentemente arrestati”.

L’associazione Morgana, con cui Angela collaborava, non ha fatto altro che prendere atto della decisione, terminando così di corrispondere la retribuzione all’educatrice.

La Giordano non si sarebbe mai aspettato un trattamento del genere solo per aver indossato una t-shirt ed aver scambiato qualche parola con persone che partecipavano a un sit-in di solidarietà ai No Tav arrestati.

Il legale della Giordano, Roberto Lamacchia, auspica che si sia un ripensamento: “Non era mai successa una cosa simile, e le motivazioni che abbiamo non corrispondono alla realtà. Nei prossimi giorni cercheremo di ottenere una revoca.

Pur ribadendo di non voler entrare nel merito della questione, il direttore del carcere ha detto: “Io ho scritto nel provvedimento le motivazioni. Per volontari e dipendenti di enti convenzionati si valuta il comportamento e si prende una decisione sulla correttezza. All’inizio non avevamo spiegato le circostanze che mi hanno fatto prendere questa decisione, ma ora sono nero su bianco”.