World Down Syndrome Day: count down per 11esima edizione

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Sindrome di Down: no alle discriminazioni

Anche quest’anno, il 21 marzo, si celebrerà il World Down Syndrome Day, ovvero la Giornata mondiale sulla sindrome di Down, giunta alla sua 11esima edizione

 

 

Lo slogan di quest’anno della Giornata è “vivere una vita ricca di relazioni sociali soddisfacenti grazie al supporto della comunità, della famiglia, degli amici, dei colleghi di lavoro”. Ovviamente, l’evento mira anche ricordare che non bisogna mai emarginare i Down, soggetti che sono in grado di dare molto alla società. La CoorDown Onlus ha deciso di diffondere un video, intitolato “How do you see me?”,  interpretato da Olivia Wilde, una giovane Down che parla della sua vita. Il filmato verrà proiettato il prossimo 21 marzo nella sede dell’Onu, a New York, nel corso di una conferenza sul tema.

La protagonista del video, AnnRose, parla della sua vita, dei suoi parenti, dei momenti di gioia e delle numerose difficoltà quotidiane. Lo scopo del filmato è far riflettere sul disagio che vivono molte persone Down a causa delle discriminazioni fondate su pregiudizi ancestrali. I Down possono fare la differenza e non vanno derisi ed emarginati. Ad istituire la Giornata mondiale sulla sindrome di Down è stata proprio l’Onu, con una risoluzione, per coinvolgere la popolazione sulla sindrome di Down ed esortare al rispetto e alla tolleranza. Le discriminazioni fanno male, soprattutto a persone affette dalla sindrome di Down, che ogni giorno devono superare mille ostacoli. Sì perché i Down hanno spesso problemi di salute gravi, come osteoporosi, anomalie cardiache ed epilessia.

Le persone con sindrome di Down non vanno discriminate ma aiutate a superare i problemi della vita. Il compito spetta innanzitutto alle famiglie e agli insegnanti. Bisogna, in sostanza, far capire ai Down che hanno grandi potenzialità e quindi possono, ad esempio, praticare sport, studiare e lavorare come tutti. L’obiettivo dei genitori e degli insegnanti, dunque, è favorire l’autonomia e l’integrazione nella società dei pazienti Down.