Napoli, Detenuto Evade dal Cardarelli: altro che Malato!

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Detenuto in Fuga dal Cardarelli

Un detenuto è evaso dall’ospedale Cardarelli di Napoli, dove era stato portato perché aveva lamentato alcuni malori. Ora è ricercato

 

Le forze dell’ordine hanno avviato le ricerche, a Napoli e provincia, dell’uomo che ieri sera era stato portato nel nosocomio napoletano per problemi di salute. Il detenuto finirà di scontare la sua pena nel 2030. Stamattina l’uomo ha sfruttato la disattenzione della sorveglianza ed è fuggito dal Cardarelli. Altro che malato, il detenuto sta benissimo e riesce a camminare e correre alla grande! I poliziotti non devono mai abbassare la guardia quando i detenuti vengono portati in ospedale, poiché il rischio di fuga è elevato.

Qualche tempo fa, è riuscito ad evadere dall’ospedale Vito Fazzi di Lecce anche l’ergastolano Fabio Perrone, 42 anni. L’uomo, legato alla Sacra Corona Unita, era stato condannato all’ergastolo, con rito abbreviato, per aver ucciso a bruciapelo il montenegrino Fatmir Makovic in un bar di Trepuzzi. Perrone doveva sottoporsi a un’endoscopia presso il nosocomio leccese ma, non appena gli agenti gli tolsero le manette, diventò una furia: prese subito la pistola di un agente e fece fuoco, ferendo un poliziotto; poi si diede alla fuga con una Toyota Yaris rubata a una donna, nei pressi del Vito Fazzi.

Troppe fughe di detenuti dagli ospedali negli ultimi tempi. L’Osapp, dopo la fuga di Perrone, ha invitato il ministro Orlando a dimettersi in quanto negli ultimi mesi è rimasto totalmente indifferente alla difficile situazione in cui versano le persone che, ogni giorno, lavorano nelle carceri italiane. Indignato anche il Sappe, il sindacato autonomo polizia penitenziaria, che ha segnalato l’incremento delle uscite dal carcere di detenuti condannati per reati gravi per ricoveri in strutture pubbliche. Il Sappe sottolinea che nella maggior parte dei casi i ricoveri sono per malattie curabili anche in carcere. Spostare detenuti pericolosi negli ospedali è rischioso non solo per gli agenti ma anche per il personale sanitario, i pazienti e i parenti che si recano a trovarli.