Amy Winehouse incinta prima di morire: confessione choc del padre

0

Rivelazione sconcertante di Mitch Winehouse, padre della talentuosa cantautrice britannica Amy Winehouse, scomparsa a soli 27 anni. Ebbene, Amy aveva saputo di essere incinta

 

 

Amy Winehouse, anteriormente al suo decesso, riteneva di essere in dolce attesa. Lo ha reso noto il padre dell’artista, Mitch, durante un’intervista rilasciata a una tv australiana, ricordando che prima di morire Amy era fidanzata con Reg Traviss, regista inglese con cui probabilmente si sarebbe sposata. Nel corso dell’intervista, Mitch Winehouse ha ripercorso gli ultimi giorni di vita della figlia, biasimando ancora una volta il regista Asif Kapadia, che ha realizzato un discusso documentario su sua figlia.

“Non si dovrebbe dire, ma pensò che fosse incinta. Far credere che fosse sola è francamente da criminali”, ha asserito il padre di Amy Winehouse, criticando duramente il regista Kapadia, che ha raffigurato la popstar britannica come una persona solitaria e priva di qualsiasi affetto. Mitch Winehouse ha sempre demonizzato il documentario di Kapadia per i suoi contenuti, spesso non collimanti con la realtà. Il padre della Winehouse ha più volte sottolineato che gran parte dei fatti narrati nel documentario è stata inventata.

“Già dall’inizio la squadra del film aveva un’idea fatta e finita di quello che voleva fare. E non ha lasciato che qualcuno si mettesse di mezzo, neppure la verità, neppure gli amici di Amy. Vengo raffigurato come un padre assente, durante i suoi ultimi anni. Si dà l’impressione che la famiglia non ci fosse. Ma io ero lì, eravamo da lei tutti i giorni ed Amy mi telefonava anche sette volte al giorno. Ma di questo nel film non c’è traccia”, disse Mitch durante un’intervista al Sun.

Amy Winehouse lasciò questo mondo il 23 luglio 2011. Aveva 27 anni. Amy entrò di diritto nel ‘club dei 27‘, ovvero quella cerchia di artisti mitici che morirono a 27 anni, come Kurt Cobain, Jim Morrison, Jimi Hendrix e Robert Johnson. Artisti grandissimi non solo per le ballate scritte ma anche per la loro vita turbolenta fatta di alti e bassi. La vita di Amy fu piena di gioie e dolori. La fama e il denaro non seppero allontanare i demoni dell’alcol, delle droghe, della bulimia e dell’anoressia, anzi li avvicinarono sempre di più. Neanche quella rehab a cui dedicò una canzone seppe salvare la Winehouse.

Successivamente all’uscita del documentario “Amy Winehouse. The girl behind the name”, diretto da Asif Kapadia, il papà dell’artista andò su tutte le furie e dichiarò: “Amy si sarebbe infuriata vedendolo, questo film non è ciò che lei avrebbe voluto… Blake ha detto che Amy ha fatto quella fine a causa mia e non perché lui l’ha iniziata al crack e all’eroina e l’ha manipolata del tutto facendola diventare dipendente dalle droghe pesanti”. Mitch Winehouse ha accusato, dunque, l’ex compagno della figlia, sottolineando che fu lui a farla finire nel tunnel della dipendenza dalle droghe.

Kapadia ha messo in evidenza la grandezza di una donna, di un’artista, e la debolezza estrema di un personaggio che si sentiva schiacciato dalla vita. Amy amava la musica, la vita, ma conobbe personaggi sbagliati in momenti sbagliati. Peccato.