Botti di Capodanno: petardo artigianale scoppia in mano, 22enne rischia perdita occhio

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Botti di Capodanno, 22enne di Varese rischia perdita occhio

Un petardo artigianale è scoppiato ed ora un 22enne di Varese rischia di perdere un occhio. Il giovane è la prima vittima dei botti di Capodanno

 

Le forze dell’ordine sono subito accorse nel luogo dell’esplosione, ovvero una cantina dove il ragazzo stava cercando di produrre botti di Capodanno. Non si conosce ancora la ragione dell’esplosione del petardo artigianale; forse il giovane ha sbagliato qualcosa.

Gli operatori sanitari sono subito accorsi sul luogo dell’esplosione, a Liggiuno (Varese). Il 22enne è stato trasportato all’ospedale di Varese con l’eliambulanza: secondo fonti mediche, rischia di perdere un occhio. E’ facile che la forte esplosione abbia compromesso anche la funzionalità di qualche arto del ragazzo.

Ogni anno, durante le festività natalizie, molte persone riportano serie ferite e mutilazioni a causa dell’esplosione dei petardi. Le vittime sono spesso ragazzi inesperti, come quello di Varese che, ora, rischia di perdere un occhio. Molte città italiane, per evitare vittime dei botti di Capodanno e tutelare persone e animali, hanno vietato i fuochi di artificio tra il 31 dicembre e il 1 gennaio.

Tra le città che hanno bandito i botti di Capodanno ci sono Sulmona, Lucca e Cortina. Ricordiamo che le esplosioni di Capodanno intimoriscono i nostri amici animali. Ogni anno, alla fine dell’anno, i petardi sconvolgono cani e gatti che, spesso, scappano di casa e, addirittura, muoiono. I nostri amici a quattro zampe diventano vittime del desiderio di divertimento umano, uno svago che, onestamente, si potrebbe evitare.

Rammentiamo che cani e gatti hanno un udito molto sviluppato; quindi i botti di Capodanno hanno l’effetto di traumatizzarli. Esiste più di un motivo, dunque, per lasciare stare i petardi, a Capodanno. Divertitevi in un modo meno pericoloso per voi e per gli altri. Usate la testa alla fine dell’anno e ricordate alle tante vittime dei botti che, purtroppo, non possono festeggiare più.