CAMPANIA: BOOM BIMBI OBESI, GENITORI IGNORANO PATOLOGIA FIGLI

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Campania: Boom Bimbi Obesi

L’obesità non è solamente una piaga che riguarda il mondo degli adulti. Bisogna fare attenzione anche ai piccoli, perché un bimbo obeso ha serie probabilità di diventare un adulto obeso

 

L’obesità infantile è un problema serio in Campania dove, secondo informazioni raccolte dal Ministero della Salute e dell’Istruzione, il 6% dei bimbi tra gli 8 e i 9 anni è obeso. Non solo; 23.059 bimbi sono affetti da grave obesità; 82.080 soffrono di una obesità in uno stato non avanzato e 103.841 sono in sovrappeso.

La studiosa e docente Silvia Savastano, ha sottolineato che è necessario curare al più presto la patologia, in quanto gli effetti sono tremendi: “Un bambino obeso ha un’alta probabilità di diventare un adulto obeso, con tutti i connotati patologici che lo accompagneranno per tutta la vita. La Campania ha la maglia nera dell’obesità infantile e per invertire la rotta è necessario partire dall’informazione, che veda insieme la scuola, i genitori, le istituzioni”.

Il problema nasce dalla scarsa consapevolezza dei genitori della patologia dei figli. Secondo un’indagine condotta recentemente, solamente il 29% delle madri di bimbi obesi o in sovrappeso ritiene che il figlio consumi troppo cibo; mentre solo il 41% considera che il figlio fa poco moto.

L’obesità infantile è anche un problema di istruzione. E’ stato notato che la maggior parte dei bimbi obesi è figlio di genitori con un livello di istruzione molto basso. Il boom di bimbi obesi in Campania deve far riflettere. Spesso l’obesità infantile è anche associata al disagio economico. Più le famiglie sono povere e maggiore è il rischio obesità infantile. Sembra un paradosso ma è così.

La dottoressa Savastano ha aggiunto: “La divulgazione in campo medico è il passaporto per mettere in moto un circuito virtuoso che aiuti la nostra popolazione di bambini e di adolescenti a invertire una rotta sbagliata. Le iniziative della Settimana della Prevenzione servono proprio ad avvicinare i ragazzi, ma anche i genitori, a riscoprire un corretto stile di vita”.