Cancro alla Prostata, Integratori Alimentari Incriminati: Rischio Aumenta

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Tumore alla Prostata, Rischio Cresce con Integratori Alimentari

Sono stati considerati veri rimedi per il benessere ed ora vengono stigmatizzati. Parliamo degli integratori alimentari che, secondo un recente studio, aumenterebbero il rischi di cancro alla prostata. Gli uomini devono fare molta attenzione, dunque, a non abusarne

 

La sensazionale scoperta è stata fatta da un team di ricerca dell’Ospedale Molinette di Torino, coordinato dal professor Paolo Gontero. I ricercatori hanno constatato che 3 sostanze, finora reputate salutari, favoriscono in realtà l’avvento del tumore alla prostata. Le suddette sostanze sono il licopene, il selenio e gli estratti di tè verde. La scoperta stupisce, visto che tali sostanze sono state spesso ritenute grandi alleate per favorire il benessere delle persone. Il tè verde, in particolare, è stato considerato sempre come una sorta di antitumorale naturale, poiché sorgente di antiossidanti che ostacolano la prolificazione cellulare.

Selenio, tè verde e licopene, a quanto pare, fanno bene se assunte moderatamente. Quando si oltrepassa un certo livello, invece, fanno male e aumentano il rischio di cancro alla prostata, patologia che affligge molti uomini in tutto il mondo. Dell’importante ricerca hanno parlato anche gli autorevoli magazine statunitensi Nature Reviews Urology e The Prostate.

Gli studiosi torinesi hanno notato che i volontari appartenenti al campione trattato con integratori alimentari sono stati colpiti da cancro alla prostata; quelli non trattati con tali sostanze, invece, non hanno sviluppato nessuna neoplasia.

Dalla ricerca condotta dagli esperti delle Molinette assieme alla docente Paola Brusa, dell’Istituto di Farmacologia dell’Università di Torino, emerge che lo stile alimentare, in fin dei conti, non è in grado di allontanare il rischio di cancro alla prostata. Sembra proprio che gli integratori alimentari, spesso consigliati a chi fa sport, siano deleteri se assunti in dose elevate.

“Personalmente temevamo che non saremmo riusciti a dimostrare l’efficacia di queste sostanze a causa della durata relativamente breve del trattamento. Ma mai ci saremmo aspettati di dover constatare un effetto opposto a quanto avevamo sperato. Nel tentativo di capire le ragioni di un tale risultato paradossale abbiamo condotto delle analisi genetiche sui microRna di questi tumori nei laboratori di Genomica dei tumori della Fondazione Edo Tempia. I soggetti che avevano assunto questi antiossidanti in elevate quantità, contrariamente a quelli trattati con solo placebo, mostravano dei geni anomali simili a quelli che si rinvengono nei tumori della prostata, a dimostrazione che l’aumentato numero di tumori non è dovuto al caso, ma è l’effetto di modificazioni geniche probabilmente indotte dagli antiossidanti. L’alimentazione, e con essa gli antiossidanti, restano elementi di fondamentale importanza nella prevenzione dei tumori, oltre che un possibile ausilio nella loro cura. Questo studio ci mette però in guardia sul fatto che una sostanza con potere antiossidante in elevate quantità o in concentrato non è necessariamente benefica”, ha spiegato il professor Gontero.

Insomma, andate cauti con gli integratori alimentari. Come al solito, agite sempre con moderazione. Anche sostanze che vi possono apparire innocue e salutari possono nascondere insidie. Gli integratori alimentari, sostanze fino ad oggi osannate da medici e nutrizionisti, sono finite sul banco degli imputati. Strano no? Sostanze passate ‘dalle stelle alle stalle’.