Cina brucia banconote per produrre elettricità: meno CO2 nell’atmosfera

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Bruciare le banconote logore per generare energia elettrica senza usare il carbone. L’idea proviene dalla Cina, precisamente da una centrale energetica ubicata a Luoyang.

I gestori della suddetta centrale hanno scelto di generare elettricità sfruttando le banconote non più utilizzabili in quanto vecchie, lesionate o, semplicemente, invalide. La maggioranza delle banconote torna alla banca centrale per la macerazione. Pare che i soldi che sostengono la centrale elettrica possano arrivare a creare ben 660 chilowattora di energia elettrica per tonnellata. Le emissioni, ovviamente, sono nettamente minori rispetto a quelle generate dalle centrali elettriche a carbone.

In base a recenti stime la carta moneta non sfruttata da tutta la provincia consente all’impianto di creare ben 1,32 milioni di kWh di elettricità nell’arco di 12 mesi. Per ottenere un risultato del genere bisognerebbe bruciare 4.000 tonnellate di carbone.

La notizia è stata diffusa sul web e subito sono stati postati sui social network commenti alquanto ironici. Molti hanno chiesto, in modo sarcastico, se sia possibile lavorare nella centrale.

Ricordiamo che la Cina si è impegnata con gli Usa a ridurre le emissioni di CO2, generate soprattutto dalle centrali a carbone. Qualsiasi tattica va bene, purché sia lecita e non leda nessuno.