Clinica degli orrori: Brega Massone rischia ergastolo, uccise 4 pazienti

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Brega Massone: pm chiedono ergastolo

L’ex primario di Chirurgica toracica della clinica Santa Rita, Pier Paolo Brega Massone rischia ergastolo perché, secondo l’accusa, uccise 4 pazienti

 

Veramente pesante la richiesta fatta ieri, durante la requisitoria, dai pm milanesi Grazia Pradella e Tiziana Siciliano: ergastolo e 2 anni e 6 mesi di isolamento diurno. Brega Massone è accusato di omicidio volontario per il decesso di 4 pazienti. Rischia grosso anche un altro chirurgo, Fabio Presicci: i pm hanno chiesto l’ergastolo anche per lui.

L’ex primario della clinica Santa Rita deve rispondere di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà in merito alla morte di 4 pazienti, e di lesioni a una quarantina di malati. La requisitoria dei pm è stata fatta nel corso di un processo che rappresenta un secondo filone del procedimento su quella che è stata ribattezzata la ‘clinica degli orrori’, dove Brega Massone eseguì interventi vani e deleteri per i malati pur di incassare rimborsi del Servizio sanitario nazionale.

Brega Massone è stato condannato a 15 anni di reclusione, 7 anni fa, per truffa e lesioni ai danni di 80 pazienti. Condotta ignobile quella dell’ex primario della clinica Santa Rita che va punita severamente. L’accusa ha chiesto la condanna a 18 anni di reclusione anche per Marco Pansera, chirurgo che faceva parte dello staff della clinica degli orrori.

Durante la requisitoria, il pm Grazia Predella ha sottolineato che Brega Massone è stato insensibile e si è comportato cinicamente, effettuando interventi inutili su pazienti terminali per ottenere rimborsi dal Ssn:

“Brega ha dimostrato un’indole malvagia e la sua coscienza non è la nostra di comuni cittadini e nemmeno quella di un medico. L’ex primario ha ricavato soldi dalle mutilazioni, senza guardare in faccia nemmeno ai malati terminali e seguendo una raggelante equazione tra pezzi anatomici, seno o polmoni, e rimborsi“.

L’obiettivo dell’ex primario della clinica degli orrori, secondo l’accusa, era quello di ottenere rimborsi dal Ssn. I pm hanno asserito che è inammissibile concedere a Brega Massone le attenuanti generiche perché, da parte sua, non c’è stata mai “commiserazione” per le vittime e neanche un “ripensamento”.

Emblema del cinismo di Brega Massone è la storia di Giuseppina Vailati, un’82enne colpita da una grave malattia che venne operata senza alcun motivo pur di riscuotere rimborsi.