Delitto Varani, Foffo accusa Prato: “Ha partecipato”

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Omicidio Varani, Foffo attacca Prato

Continuano gli interrogatori degli assassini di Luca Varani, giovane massacrato, tempo fa, in un appartamento della periferia romana durante un festino a base di droga

 

 

 

 

 

Manuel Foffo, attualmente nel carcere di Regina Coeli poiché accusato di omicidio volontario del giovane Varani, assieme a Marc Prato, è stato interrogato per 9 ore nel carcere di Regina Coeli. Foffo ha parlato molto, sottolineando che Prato è responsabile quanto lui in quanto non si è limitato a guardare ma ha contribuito attivamente all’uccisione di Luca. Ecco una delle frasi proferite da Foffo durante l’interrogatorio:

“Io sono anche disposto a farmi l’ergastolo, ma anche Prato se lo deve fare perché mi ha istigato e plagiato”.

Manuel ha anche parlato del momento in cui lui e Marco hanno designato la loro ‘preda’:

“Quando Luca Varani è entrato in casa, io e Marco ci siamo guardati in faccia, ed è scattato un clic. Quella notte abbiamo deciso di uccidere. Un pensiero che non mi aveva mai sfiorato prima… Non è vero che Prato mi ha solo guardato e baciato in testa mentre succedeva tutto. Era con me, ha partecipato”.

Luca Varani venne stordito con un cocktail a base di droghe e poi massacrato da Foffo e Prato con 30 martellate e coltellate. Una fine tremenda di un ragazzo che non avrebbe mai pensato di morire in quell’appartamento al Collatino. Marc Prato, dopo l’omicidio di Luca, è fuggito ed ha cercato di uccidere ingerendo un ingente quantitativo di psicofarmaci in un albergo. Non ci è riuscito. Ora i due assassini rischiano grosso, la massima pena. Certamente, il delitto è scaturito dall’abuso di sostanze stupefacenti. Foffo e Prato hanno assunto droga per allentare ogni inibizione ed agire più speditamente, come se nulla fosse. Si è detto tanto riguardo a questo agghiacciante delitto, e tanto si dirà. L’unica cosa certa è che un ragazzo è stato drogato e martoriato da due coetanei drogati, che gli avevano fatto credere di essere suoi amici. Il gip di Roma Riccardo Amoroso ha detto che il movente del cruento delitto non è altro che il “desiderio di malvagità” di Foffo e Prato, due ragazzi che erano molto più di semplici amici. Manuel sarebbe gay ma, a detta di Prato, non accetta la sua omosessualità e per questo, durante i rapporti ‘intimi’ vuole che il suo partner si vesta da donna. Durante un interrogatorio, Prato ha dichiarato:

“Quando ho accolto Varani in casa ero vestito da donna perché solo in questo modo Manuel, che non accetta la propria omosessualità, è disposto a fare sesso. Voleva che fossi la sua bambolina”.

Marc ha rivelato agli inquirenti di aver cercato di soffocare Varani a mani nude senza riuscirci; allora è intervenuto Manuel:

“Luca pareva combattere per rimanere in vita. Poi è arrivato Manuel, che ha iniziato a colpirlo con il martello alla testa, adirandosi sempre di più per non riuscire, nonostante tutti i colpi, a provocarne la morte e chiedendomi ripetutamente di aiutarlo. Ho iniziato a pensare che Luca era ormai in fin di vita e sarebbe stato meglio aiutare Manuel a portare a termine la sua azione omicida per evitare che soffrisse ancora”.

Adesso Foffo e Prato si accusano a vicenda dal carcere. Prima amanti, amici, killer ed ora nemici per salvarsi la pelle. Ma non sono giovani appartenenti a quella che viene definita (forse impropriamente?) ‘Roma bene’? Due ragazzi universitari, di buona famiglia e ricchi hanno torturato per 2 ore un loro coetaneo prima di ucciderlo. Come ha giustamente rimarcato il gip di Roma, Foffo e Prato sono persone pericolose, quindi devono  restare in carcere. Le indagini continuano. Si indaga soprattutto sulla vita dei due giovani killer e sui giorni precedenti all’uccisione.