Isis seppellisce vivi 45 disertori in Iraq

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Isis seppellisce vivi miliziani

Se sei un miliziano dell’Isis che decide di abbandonare la lotta, se sei un disertore dello Stato Islamico vieni sepolto vivo. Nelle ultime ore, il sedicente Stato Islamico ha sepolto vivi ben 45 miliziani in una fossa comune

 

 

I 45 combattenti dello Stato Islamico si erano ritirati durante un conflitto contro le forze irachene a Kirkuk, città poco distante da Baghdad. L’Isis non ammette che i suoi miliziani si ritirino nel bel mezzo di un conflitto ed ha, quindi, provveduto a tumulare vivi i disertori. Una fine tremenda di cui ha parlato anche la tv satellitare Al Sumeriya, menzionando fonti verosimili. Secondo l’emittente, i miliziani erano fuggiti durante i combattimenti con le forze di sicurezza irachene. La notizia è stata riportata anche dallo stesso Stato Islamico, sottolineando di aver tumulato vivi oltre 40 jihadisti che si erano ritirati durante gli scontri contro le forze peshmerga. Si è trattato di una punizione esemplare per la codardia di fronte al conflitto. Lo Stato Islamico non accetta pusillanimi e prevede pene severe per i disertori. Una fonte anonima ha rivelato all’Ahlulbayt News Agency (ABNA) che i miliziani dell’Isis hanno sepolto i compagni che erano fuggiti durante un conflitto armato contro le forze irachene in un villaggio a sud di Kirkuk.

Non si conosce l’esatto numero di disertori sepolti. Inizialmente si parlava di 35 miliziani. Secondo Munzer Ismail, attivista iracheno, il numero è maggiore. L’uomo ne è certo perché ha ottenuto informazioni da un testimone oculare:

“Sono stati sepolti vivi almeno 45 miliziani dell’Isis che erano scappati durante i conflitti a Kirkuk”.

Il giornalista curdo Bawer Khalil ha fatto notare che mai finora lo Stato Islamico aveva sepolto vivi i suoi miliziani:

“Questa esecuzione di massa di jihadista dimostra che l’organizzazione interna dell’Isis sta vacillando”.

Lo Stato Islamico ha comunque ucciso spesso disertori e traditori ma mai aveva sepolto vivi i miliziani. Lo scorso 28 febbraio, 35 jihadisti sono stati uccisi da un plotone, a Mosul, in quanto accusati di cospirazione. Un mese fa, invece, due miliziani sono stati giustiziati con l’accusa di tradimento, sempre a Mosul. Il giorno dopo ne sono stati uccisi altri nel villaggio di al-Hadar. Una vera mattanza dettata dall’odio, dal cinismo e dall’assenza dei valori fondamentali della civiltà. Lo Stato Islamico, negli ultimi tempi, si sta sentendo debole: lo dimostrano le innumerevoli diserzioni e le uccisioni di jihadisti. Anche gli stessi militanti dell’Isis sanno che l’organizzazione terroristica è in difficoltà e molti stanno pensando di fuggire. E’ sempre più diffusa, all’interno dello Stato Islamico, la prassi dell’uccisione dei disertori: ciò testimonia un forte degrado morale dell’organizzazione terroristica. L’Isis vede ridursi progressivamente anche le sue risorse economiche a causa delle frequenti incursioni aeree e terrestri delle forze anti-terrorismo sia in Iraq che in Siria.

Lo Stato Islamico è allo sbando? Forse. Ancora è presto, però, per cantare vittoria. Sappiamo solo che la coalizione guidata dagli Usa ha ottenuto molti successi, recentemente, in Siria e in Iraq. In quest’ultima nazione hanno perso la vita, negli ultimi mesi, molti comandanti dell’Isis. Le forze curde e irachene sostenute dalla coalizione, inoltre, combattono sempre per sottrarre allo Stato Islamico villaggi e città conquistati negli ultimi mesi e anni.