Omicidio Garlasco, Cassazione condanna Stasi. Difesa: “Avete privato della libertà un innocente”

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Alberto Stasi condannato dalla Cassazione

L’unico imputato nel processo sull’omicidio di Chiara Poggi, ragazza uccisa nel 2007 nella sua villetta a Garlasco, è stato condannato dalla Cassazione a 16 anni di reclusione. Alla fine, per l’ex bocconiano Alberto Stasi, fidanzato di Chiara, si sono aperte le porte del carcere.

La Suprema Corte, dunque, ha confermato la sentenza emessa dalla Corte d’assise d’appello un anno fa. Stasi, ieri, si è presentato al carcere di Bollate (Milano) assieme alla madre e si è costituito.

Le persone vicine ad Alberto, a cominciare dai suoi legali, hanno riferito che il 32enne, dopo la lettura della sentenza si è sentito distrutto. Secondo Stasi, la sentenza è “ingiusta”. Massimo Parisi, direttore del carcere di Bollate, ha affermato:

“Quando è arrivato sembrava molto provato ma tutto sommato era tranquillo. Ha avuto un colloquio con il nostro responsabile educativo e divide la cella con altri due detenuti“.

All’indomani della dura condanna inflitta ad Alberto Stasi, l’avvocato difensore dell’ex bocconiano, Fabio Giarda, dice che la decisione dei giudici è “illogica” e “allucinante”:

“A chiunque abbia in qualunque modo contribuito allo scempio che è accaduto dico solo una cosa: avete privato della libertà un innocente, ma sappiate che non ci toglierete mai la libertà di gridarlo“.

Dopo la lettura della sentenza, la madre di Chiara Poggi, Rita, ha affermato:

“Giustizia è stata fatta. Forse questo sarà un Natale diverso, dopo questa sentenza proviamo sollievo, anche se non si può gioire per una condanna. Questa è una tragedia che ha sconvolto due famiglie, per me Alberto era quasi come un figlio.

La Corte di Cassazione ha messo, dunque, fine al processo relativo al delitto di Garlasco. Alberto Stasi è stato riconosciuto l’omicida di Chiara Poggi anche se non si conosce ancora il vero movente dell’uccisione. Si ipotizza che la ragazza fosse venuta a conoscenza di qualcosa che avrebbe potuto rovinare l’immagine di ‘bravo ragazzo’ di Alberto.