“Pasolini era fro… e pedofilo”: striscione choc al parco letterario di via dell’Idroscalo

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Ostia, memoria Pasolini offesa da gruppo neofascista

Estrema destra in azione a Roma. Un gruppo di nostalgici ha deturpato la lapide in memoria del maestro Mario Rosati ed ha lasciato uno striscione che offende la memoria di Pier Paolo Pasolini

 

 

 

Raid rivendicato da estremisti di ‘Militia’

Il raid al parco letterario di via dell’Idroscalo, a Ostia,  è stato rivendicato dal gruppo di estrema destra ‘Militia’. I militanti del movimento neofascista non solo hanno danneggiato il monumento in ricordo di Rosati ma hanno anche offeso la memoria di Pasolini con uno striscione recante le seguenti parole:

“Pasolini, quale poeta? Era fro… e pedofilo”.

Zingaretti: “Pasolini grande italiano e grande intellettuale”

Beh, le parole scritte sullo striscione sequestrato nelle ultime ore dagli agenti della Polizia scientifica parlano da sé e testimoniano la grettezza e la mancanza di rispetto di certi individui. Ognuno può pensare quello che vuole ma certi vili attacchi sono inammissibili. Speriamo che i responsabili di questo scempio siano subito identificati e denunciati. Sconcertato e furioso anche il governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che ha scritto su Twitter:

“Pasolini grande italiano e grande intellettuale. Chi ha danneggiato il suo monumento a Ostia è un vigliacco. Pronti a sostenere il ripristino dell’opera”.

Fascisti perseguitano ancora intellettuale

I fascisti continuano a colpire Pier Paolo Pasolini, personaggio perseguitato dall’estrema destra per tutta la sua breve esistenza. La celebre scrittrice e giornalista Oriana Fallaci era convinta che gli artefici dell’uccisione del grande intellettuale italiano, avvenuta 41 anni fa all’Idroscalo di Ostia, furono proprio i fascisti. Poco dopo la diffusione della notizia dell’omicidio, la Fallaci telefonò a un suo collega del Corriere della Sera, Antonio Padellaro, a cui disse:

“Sono Oriana Fallaci. Padellaro ascolta bene, Pasolini è stato ucciso dai fascisti. Dai fascisti, devi scriverlo”.

Il giovane cronista, alle prime armi, non lo scrisse non perché era contrario all’opinione di Oriana ma per l’assenza di prove tali da poter ritenere che, effettivamente, il poeta, scrittore, regista, attore e saggista italiano fosse stato ucciso dall’estrema destra.