Stupro spiaggia di Santa Teresa: "Non vedevo l'ora che finisse tutto"
di Redazione
20/05/2016
"E' stato un incubo, non vedevo l'ora che finisse tutto. Volevo solo che anche loro finissero di torturarmi".La 31enne, macchinista di treni, voleva trascorrere una tranquilla serata con gli amici, invece due balordi gliel'hanno trasformata in un vero incubo. Ora la donna cerca di dimenticare quei minuti terribili di violenze anche grazie al conforto dei suoi amici di Salerno, centro di cui non è originaria. La macchinista di treni va avanti, con coraggio, convinta che i suoi aguzzini paghino il loro conto con la giustizia, visto che lei ha pagato a caro prezzo una serata con gli amici. Tutti sapevano che la giovane era in ansia per l'esame che doveva sostenere, una prova che avrebbe migliorato la sua posizione nell'azienda per cui lavora. Era insonne quella sera, e si era messa a fumare una sigaretta sulla nota spiaggia di Santa Teresa. Una decisione che si è rivelata nefasta. Ovviamente, dopo il trauma subito, la 31enne non ha sostenuto la prova: ora è in malattia e chissà quando tornerà al lavoro. Per 'metabolizzare' episodi del genere deve passare molto tempo. Un altro stupro scuote la comunità salernitana, che ancora ha in mente la violenza subita da una 16enne, lo scorso febbraio, a Pagani. La ragazzina venne obbligata da due ventenni, Antonio Saggese e Giuseppe Bombardino, a salire in auto e poi venne trasportata in un luogo isolato dove venne stuprata per un'ora. I due spietati e disumani ventenni, dopo aver appagato i loro bisogni animaleschi, abbandonarono la 16enne nei pressi dell'autostrada di Pagani. La minorenne, una volta tornata a casa, raccontò tutto ai genitori e questi si precipitarono subito dai carabinieri per sporgere denuncia. La piccola venne anche portata in ospedale, dove i medici confermarono lo stupro. Nel giro di poco tempo, Saggese e Bombardino sono stati scoperti ed arrestati dai militari. Bullismo e stupri rappresentano due grosse piaghe a Salerno. Sempre più persone, nel capoluogo campano, frequentano corsi di autodifesa come quello inaugurato un paio d'anni fa presso la sede dell'Associazione socioculturale, sportiva e dilettantistica Bruno Zevi. Ai corsi di autodifesa, antibullismo e antistupro prendono parte soprattutto bimbi e donne. Il maestro Antonio Cosenza spiegò:
"Siamo qui per fermare mediante il nostro piccolo sostegno la dilagante piaga della violenza. E' necessario inculcare coraggio e fermare la paura, perché soltanto fermando quest'ultima i soggetti più deboli saranno in grado di difendersi e reagire a qualsiasi forma di angheria".Dovrebbero essere promossi molti corsi di autodifesa contri stupri e bullismo perché i fatti di cronaca dimostrano che tali fenomeni sono in costante aumento e lo Stato fa poco per arginarli.
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