Dannata polpetta con solfiti: Sara Di Natale è morta

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10 anni in coma: Sara Di Natale è morta

Sara Di Natale è morta dopo 10 anni in stato vegetativo a causa di una polpetta piena di solfiti

 

 

Dopo aver consumato quella maledetta polpetta, 10 anni fa, Sara fu colpita da un violento choc anafilattico e cadde in un profondo coma. In tutti questi anni la giovane è stata assistita 24 ore su 24 dai genitori, dai parenti e da molti volontari. Ieri, però, il cuore di Sara ha cessato di battere: è terminata un’agonia durata un decennio a causa di quella dannata polpetta adulterata. Fu una collega di università di Sara a comprare un po’ di polpette. Alla Di Natale, solare ragazza catanese, quella polpetta piena di solfiti le causò un arresto cardiocircolatorio; poi cadde in un profondo stato vegetativo. Era il 7 febbraio 2006. Il padre di Sara, insegnante di matematica in pensione, ha assistito la figlia assieme alla moglie Gabriella ed ha cercato, assieme a diverse associazioni di volontariato, di dare risalto alla necessità dell’introduzione del ‘testamento biologico’ contro l’accanimento terapeutico. L’uomo ha anche favorito la realizzazione di numerose strutture per soggetti in stato vegetativo come la figlia. Il papà di Sara incontrò anche Papa Francesco e lo sollecitò a chiarire la posizione della Chiesa riguardo al rispetto delle volontà sul fine vita.

Dopo aver mangiato quella dannata polpetta contenente solfiti, la povera Sara cadde in uno stato vegetativo durato 10 anni e 2 mesi. In tutti questi anni, il papà Luciano e la madre Gabriella hanno curato Sara, sperando in un risveglio. Invece, niente. Aveva tanti progetti Sara, studentessa di Scienze politiche all’università di Catania. Fatale, però, fu l’acquisto, da parte della sua amica, di alcune polpette in una macelleria di via Etnea. Quella carne era piena di solfiti, sostanze che evitano la decomposizione della carne e ne mantengono il colore rosso vivo. Tali composti, insomma, rendono la carne più allettante ed inducono i consumatori all’acquisto. In realtà, la qualità della carne contenente solfiti è pessima. Quando la Di Natale mangiò una polpetta fu sorpresa da uno choc anafilattico e andò in coma. Sara non si è più svegliata fino alla morte, avvenuta nelle ultime ore. Una giovane ragazza è stata uccisa da una sofisticazione alimentare. E il macellaio che ha venduto le polpette? Beh, in perfetto ‘italian style’ lui non ha ancora pagato il suo conto con la giustizia. L’uomo, reo confesso, è stato condannato a 6 anni di reclusione in primo grado ma la pena è stata ridotta a 4 anni in Appello. Cosa accadrà in Cassazione? Inoltre il macellaio non è stato interdetto dalla sua professione e non ha passato neanche un giorno in carcere. La povera Sara, invece, è stata condannata a morte. Eppure i consulenti tecnici d’ufficio dell’Università di Catania accertarono il nesso di causalità tra lo choc anafilattico che colpì Sara e il consumo della polpetta acquistata nella macelleria di Russo Nunzio, a Catania. Le indagini vanno ancora avanti ma quello che è certo è che Sara è morta per i solfiti contenenti in quella polpetta. A confermare la presenza di quelle sostanze nella carne, del resto, fu lo stesso macellaio catanese. Si gioca troppo sulla salute dei cittadini per lucro. Speriamo che i macellai riflettano sugli effetti tremendi della sofisticazione degli alimenti sulla salute delle persone.