L’Unità rivive: quotidiano fondato da Gramsci costerà 1,40 euro

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Belle notizia per l’editoria italiana. L’Unità tornerà in edicola il prossimo 30 giugno. La veste, anche societaria, dello storico tabloid fondato da Antonio Gramsci è diversa. L’Unità consterà di 24 pagine e potrà essere acquistato al prezzo di 1,40 euro.

Vladimiro Ilic Frulletti, storico giornalista de L’Unità, sarà direttore responsabile e sovrintenderà il lavoro di 33 giornalisti e poligrafici. In base a un recente accordo sindacale sono stati assoldati 3 giornalisti in più. La sede centrale dello storico quotidiano sarà a Roma, non a Milano come deciso in un primo momento. La maggioranza dell’assemblea dei redattori dell’Unità ha approvato il piano.

Durante questa settimana, i giornalisti e il direttore Frulletti si incontreranno nuovamente per fare il punto della situazione e alla fine della prossima settimana verranno predisposti i primi numeri zero della nuova edizione.

L’80% dell’Unità srl è della Piesse, azienda controllata sia da Massimo Pessina che da Guido Stefanelli. Quest’ultimo detiene il 60%. La Fondazione EyU (Europa-Youdem-Unità) possiede il 19,65%; Guido Veneziani, invece, non detiene neanche l’1% e per questo non fa parte più del Cda. Il compito di Veneziani sarà quello di creare fascicoli tematici allegati al tabloid che riguarderanno tematiche diverse, dal tempo libero alla salute.

“Registriamo un importante passo avanti, decisivo per il lavoro dei colleghi e per la sicurezza economica delle loro famiglie. Il merito di questo risultato va ascritto, in modo non formale, anche ai pesanti sacrifici che i lavoratori hanno accettato di accollarsi. Come rappresentanza sindacale continueremo ad agire a tutela dei colleghi, vigilando affinché possa concretizzarsi al più presto l’impegno dell’azienda (indicato nell’accordo) ad assumere nuovo personale dal bacino dei giornalisti de l’Unità, se nei prossimi 18 mesi il prodotto riuscirà a guadagnare in modo stabile nuove quote di mercato”, ha dichiarato il cassiere del Pd Francesco Bonifazi, aggiungendo poi: “L’impegno del Pd nella ripartenza dell’Unità è stato al 100% e si vede anche dal fatto che ci abbiamo ‘messo la faccia’ con la Fondazione EyU (Europa-Youdem-Unità). E a questo punto, incrociando le dita, tra pochi giorni avremo finalmente l’Unità in edicola”.

Michele Serra, riguardo a L’Unità e a un suo eventuale ritorno in edicola, disse: “Finito il Pci – e quel mondo di riferimenti sociali e culturali – è rimasto un guscio vuoto. Con dolorose conseguenze, in primis per quelli che ci lavoravano. Da quando è morto il Pci non ho capito bene cosa l’Unità rappresentasse”. Serra è convinto che l’avvento in edicola de L’Unità costituisce un ‘bisogno di bandiera’, in quanto Renzi non vuole far fare brutta figura alla ‘sinistra italiana’.

“Se c’è qualche genio che riesce a riempire di contenuti quel guscio vuoto, ben venga. Spero che accada. Ma se non si trova il timbro per quella voce, allora si levi Gramsci. Bisogna essere adulti”, chiosò Serra.