Pensioni, domani scattano rimborsi: 796,27 euro di arretrati

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A partire da domani, 3 agosto 2015, chi percepisce una pensione inferiore a 1.500 euro incasserà 796,27 euro di arretrati. Una sorta di risarcimento dopo che la Corte Costituzionale ha ‘sanzionato’ l’assenza di adeguamento degli assegni iniziato nel 2012 e stabilito dall’esecutivo Monti

 

L’Inps, mediante una circolare, indica tutto quello c’è da sapere riguardo al decreto pensioni, mediante il quale il governo Renzi ha stabilito il ‘quantum’ delle delle rivalutazioni degli assegni superiori a tre volte il minimo. In soldoni, i pensionati percepiranno 210,6 euro di arretrati concernenti l’anno 2012, 447,2 euro per il 2013, 89,96 per il 2014 e 48,51 per il 2015. Dal 2016, ogni pensionato incasserà 1.541,75 euro.

Relativamente agli anni 2012-2013, l’Inps prevede una rivalutazione del 40% per le pensioni superiori a tre volte il trattamento minimo Inps e pari o inferiori a quattro volte il trattamento minimo, del 20% per i trattamenti superiori a quattro volte il minimo e pari o inferiori a cinque volte e del 10% per i trattamenti superiori a cinque volte il minimo e pari o inferiori a sei volte il minimo. Nessuna rivalutazione per chi percepisce una pensione che supera di sei volte il trattamento minimo, quindi tutti coloro che incassano, ogni mese, almeno 3.000 euro lordi. Il ripristino dei trattamenti pensionistici avviene d’ufficio.

“Le somme arretrate devono essere assoggettate ad Irpef con il regime della tassazione separata, con esclusione delle somme maturate successivamente al 31 dicembre 2014, assoggettate, invece, a tassazione ordinaria. I rimborsi per le pensioni comprese tra le tre e le sei volte il minimo sono dovuti anche nel caso in cui il titolare del trattamento sia nel frattempo deceduto. Gli eredi però dovranno presentare una domanda“, recita una circolare dell’Inps.

“Il calcolo delle differenze spettanti verrà effettuato anche per le pensioni che al momento della lavorazione risulteranno eliminate. Il pagamento delle spettanze agli aventi titolo sarà effettuato a domanda nei limiti della prescrizione. Con il decreto 65 del 2015 approvato dal Parlamento non si è attuata la sentenza dell’Alta Corte che ha dichiarato incostituzionale il blocco della perequazione delle pensioni introdotto dal Governo Monti”, hanno dichiarato Domenico Proietti e Romano Bellissima, rispettivamente segretario confederale della Uil e segretario generale della Uil pensionati. La Uil stima che ogni pensionato incasserà solo una percentuale che oscillerà tra il 10,82 e il 37,27% di quello che dovrebbe essergli corrisposto, in base al ‘quantum’ del trattamento pensionistico. “E’ una grandissima ingiustizia contro la quale la Uil e la Uil Pensionati si sono battute e continueranno a battersi. Si sono privati milioni di pensionati di risorse legittime che potevano utilmente sostenere la ripresa dei consumi e aiutare i primi segnali di ripresa dell’economia italiana”, sottolineando Proietti e Bellissima.

“Il Governo così non ha attuato la sentenza dell’Alta Corte e il rimborso che arriverà ad agosto nelle tasche dei pensionati italiani è solo una minima parte del dovuto”, hanno aggiunto Uil e Uil Pensionati, sottolineando una grave ingiustizia, visto che il rimborso più alto lo percepiranno proprio i pensionati che, mensilmente, incassano sono tra 1.500 e 1.800 euro. Tali soggetti, godranno di un rimborso che oscillerà tra i 796 e i 955 euro; in caso di pienezza del rimborso, invece, la somma che avrebbero ricevuto sarebbe stata compresa tra 2.467 e oltre 2.960 euro. I ricchi pensionati, come prima accennato, otterranno solamente il 10,82% del rimborso, ad esempio 471 euro per chi percepisce 2.800 euro al mese.

“Le riduzioni previste per l’indicizzazione per il biennio 2012-2013, fanno sì che l’adeguamento sarà irrisorio e fortemente penalizzato rispetto a quanto sarebbe spettato ai pensionati con una piena indicizzazione e una piena applicazione degli effetti su 2014 e 2015. A partire da agosto 2015, un trattamento da 1.800 euro lorde nel 2011 dovrebbe avere, con la sola applicazione delle riduzioni introdotte dal Governo Letta ed un pieno recupero dell’indicizzazione per il 2012-2013, 92 euro lorde mensili in più di adesso (1.823 euro lorde), mentre da agosto l’adeguamento previsto dal decreto porterà il trattamento a 1.832,32 euro. Un misero aumento di 8,33 euro lordi mensili (circa il 9% del recupero pieno)”, recita una nota della Uil.

Prendendo come riferimento l’indicizzazione per il 2016, ammontante allo 0,4%, sono state esaminate le conseguenze della misura anche sulle pensioni a partire dal prossimo gennaio. Un pensionato che 4 anni fa percepiva 1.800 euro lordi al mese, a partire dal 2016 incasserà 1.850,10 euro lordi: l’incremento è solo di 26,11 euro lordi al mese.