Yara Gambirasio provò paura dolore e freddo prima di morire

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Delitto Yara Gambirasio

E’ arrivato il giorno della requisitoria del pm durante il processo sull’omicidio della giovane Yara Gambirasio, che ha come unico imputato Massimo Bossetti, carpentiere di Mapello. Il pm Letizia Ruggeri parlava, ricostruiva gli ultimi, tragici, attimi di vita di Yara e lui, Bossetti, era impassibile, sempre abbronzato, col suo maglioncino viola che indossò anche durante le prime udienze. La requisitoria del pm è stata fondata sull’evidenza delle prove a carico di Bossetti. Troppe prove e indizi a carico dell’uomo, che si è sempre professato innocente. Il pm ha dichiarato in Aula:

“Non c’è un risultato diverso, noi ci troviamo davanti all’evidenza di un caso di certezza per il Dna, con una solidità del dato scientifico che ha valore probatorio… L’abbondante produzione di acetone ritrovato tra gli organi di Yara ha rivelato lo stress subito da questa bambina. Così come l’edema polmonare ci ha raccontato che ha avuto difficoltà respiratorie prima di morire. Stava perdendo sangue, avrà provato dolore, paura e freddo”.

Il pm non ha dubbi: la piccola  Gambirasio è stata aggredita in quel campo, a pochi chilometri dalla sua abitazione. Bossetti l’ha picchiata barbaramente, lasciandola poi sola, fino alla morte. Una fine dolorosa, triste, quella di Yara, 13enne che amava l’esercizio fisico e si allenava spesso in palestra. E’ probabile che abbia incontrato il suo aguzzino proprio nei pressi della palestra, oppure in un’altra zona frequentata dal Bossetti. Chissà? Molti sono rimasti stupiti, ieri, dall’imperturbabilità di Massimo Bossetti, anche quando il pm ricostruiva meticolosamente gli ultimi attimi di vita di Yara, narrando l’immenso dolore provato prima di morire. Freddo e distaccato il muratore di Mapello, pur sapendo che rischia grosso, rischia l’ergastolo. Sugli slip e sui leggins di Yara è stato trovato dna di Bossetti: è indubbio. Solo questo potrebbe bastare ai giudici per condannare all’ergastolo un uomo dalla vita misteriosa, un uomo strano, che nessuno, neanche la moglie, conosce bene. La prossima udienza è in programma il 18 maggio, durante la quale il pm Ruggeri chiederà la condanna per Bossetti e, considerato il tipo di reato, è probabile che venga richiesto l’ergastolo. Il pm, durante la sua requisitoria, ha aggiunto:

“Posto che nel nostro caso il margine di incertezza è pari a 0, possiamo considerare il risultato del dna come prova. Il fatto di non poter diagnosticare con certezza il materiale esaminato in inficia in alcun modo la caratterizzazione genetica: avremmo potuto anche non fare i test diagnostici, ciò che conta è il profilo genetico”.

L’avvocato di Bossetti, Claudio Camporini, ha detto che il suo assistito sa bene che potrebbe essere condannato all’ergastolo:

“Glielo abbiamo detto: o è bianco o è nero”.

Nonostante sappia che sta rischiando il carcere a vita, Massimo Bossetti è sempre impassibile in Aula. Sembra non temere niente e nessuno. Ricordiamo che il muratore di Mapello è anche accusato di calunnia poiché disse che fu il collega Massimo Maggioni ha portare il suo dna sul luogo del ritrovamento della ragazzina. Maggioni, secondo Bossetti, voleva vendicarsi. La requisitoria terminerà il prossimo 18 maggio. Ieri, però, è stato un giorno importante e bisogna sottolineare la straordinaria e precisa ricostruzione, fatta dal pm, degli ultimi ‘scorci’ di vita della 13enne. 6, lunghe, ore di requisitoria che hanno fatto annoiare Bossetti. Pare che quest’ultimo, a un certo punto, abbia detto ai suoi avvocati:

“Ma quando parla di me?”.

La sentenza arriverà a metà giugno. Bossetti verrà condannato o assolto? In Italia il dibattito continua e vede protagonisti innocentisti e colpevolisti. C’è chi sostiene che Bossetti sia estraneo alla vicenda e che il killer di Yara sia in libertà. Lo scorso marzo, durante un’udienza, Bossetti ribadì la sua innocenza:

“E’ dal giorno del mio arresto che mi chiedo come sono finito in questa vicenda, visto che non ho fatto niente e voi lo sapete”.