Giulio Regeni Scambiato per Spia: Rivelazione New York Times

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Giulio Regeni Torturato perché Ritenuto Spia?

Emergono nuove indiscrezioni sulla morte in Egitto del dottorando italiano Giulio Regeni, originario di Fiumicello

 

Il New York Times ha reso noto che Giulio è stato torturato e poi ucciso perché ritenuto una spia. Il noto tabloid americano si è basato sulle dichiarazioni di diverse fonti egiziane. Pare che il giovane friulano sia stato bloccato e poi vessato perché reagì in modo rude a un poliziotto.

Una fonte, che ha voluto mantenere l’anonimato, ha rivelato:

“Era stato molto scortese, ed aveva agito come un duro”.

Proseguono comunque le indagini riguardo al decesso di Regeni. Il ragazzo italiano sarebbe stato fermato da due poliziotti che poi lo avrebbero prelevato e portato nel luogo delle torture.

La tesi riportata dal New York Times confligge con quella del ministro degli Interni egiziano, Magdy Abdel Ghaffar, che lo scorso 8 febbraio ha detto:

“Trattiamo il caso del giovane italiano come fosse un egiziano. Regeni non era mai stato arrestato da qualsiasi organo di Polizia. Si tratta sicuramente di un atto criminale”.

Il ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukry, ha ribadito che il Governo italiano non ha accusato l’Egitto per la morte di Giulio, anche se ha intenzione di fare luce sulla vicenda:

“L’Egitto ha un numero molto alto di emigrati in Italia che, da vittime, affrontano quotidianamente un’attività criminale. Se facessi illazioni che quell’attività criminale è in qualche modo connessa al Governo italiano, sarebbe molto difficile condurre relazioni internazionali”.

Il Friuli Venezia Giulia piange la morte di un giovane solidale, allegro e intelligente. Durante il funerale, la mamma di Regeni, Paola, ha letto un toccante messaggio rivolto al figlio:

“Grazie Giulio per avermi insegnato tante cose. Resta nel mio cuore l’energia del tuo pensiero. Il tuo pensiero, per amare, comprendere, costruire tolleranza. Con affetto, la mamma”.

Le esequie dello studente italiano morto al Cairo si sono svolte in una palestra, a Fiumicello. Tra i presenti anche il pm Sergio Colaiocco, che dirige le indagini sulla morte del ragazzo.